Customer Journey e Marketing Strategy
Customer Journey & Funnel
Con Customer Journey intendiamo il tortuoso percorso di conoscenza / relazione tra l’utente e un brand (prodotto o servizio), dal primo contatto, all’acquisto fino all’abbandono o all’advocacy, quando il nostro cliente diventa un nostro fan, un nostro attivo sostenitore.
Online e offline, come sapete sono due facce della stessa medaglia, perché il Customer Journey è unico, come unico è l’utente (ok, non è proprio così, ma per semplificare).
E l’utente, il cliente, deve sempre essere il nostro focus, il nostro obiettivo.
Dobbiamo sempre programma/progettare in base all’utente, al suo comportamento… Lo fa Youtube, lo fa Spotify, lo fa Amazon… lo fa in maniera veramente eccellente Netflix andando a cambiare dinamicamente home page e trailer che vediamo…
E lo stesso Google ci dice che il miglior marketing non riguarda il brand, ma riguarda il consumatore, così come Jeff Bezos di Amazon va giù di testa quando gli si parla di competitor, perché lui vuole stare focus on sul consumatore… quello è il suo obiettivo!
The best marketing isn’t about the brand; it’s about the customer
Ma tornando sul tema, con Customer Journey intendiamo l’intero percorso di relazione/conoscenza tra utente e Brand, che nasce prima dell’acquisto, perché nasce quando l’utente prende consapevolezza di avere un problema/bisogno/desiderio… Ricordate i micromoments?
E non si chiude con l’acquisto, perché il vero goal è il ri-acquisto e ancora di più l’advocacy (i business che si basano solo su vendite cosiddette frontend, quindi one time, una botta e via, sono spesso più difficoltosi da portare a margine).
Quello che si faceva spesso una volta era interpretare il Customer Journey come se fosse un funnel e quindi, ad esempio, definire di mettere il 70% del budget sulla fase di awareness/attract, più distante dalla conversione, e il restante 30% sull’action con Google Search magari, quindi sull’espressione di bisogni manifesti dell’utente: e il gioco era fatto!
![Awareness, Consideration, Purchase, Loyalty](https://www.webmanwalking.it/wp-content/uploads/2021/02/STDC-2-immagine-full-1081-657-e1612613832888.png)
L’immagine porta già i colori e i passaggi del framework che stiamo per vedere, ma rimane un qualcosa di “fantasioso” e teorico, perché la realtà… è un delirio!
Rimangono le fasi, ma il percorso dell’utente non è né lineare e né incanalato…
Immagino che avrete visto molte rappresentazioni come la precedente, a imbuto; ne avrete viste molte, perché ne hanno fatte e riprodotte in tutte le salse… Chi parla di AIDA (attenzione, interesse, desiderio, azioni), chi di PAIDA dove aggiunge la P di problema scatenante, Avinash Kaushik professa il SEE THINK DO CARE… si tratta di framework utili in ogni caso per cercare di capire meglio le fasi di un Customer Journey per adattare le proprie narrazioni di marketing.
Ed è spesso disegnato a imbuto, perché effettivamente quando pensiamo ad un funnel, pensiamo a un processo che screma man mano il volume di quello che stiamo misurando: ne entrano 100, ne esce 1…
I funnel sono un altro argomento tangenziale molto interessante e ci sono casi in cui esistono e funzionano, basti pensare alle “piccole conversioni”, ai business molto molto lineari (problema chiaro, soluzione univoca).
Possono anche essere utili però perché semplificano una visualizzazione e un’idea e spesso – soprattutto i consulenti fighi – vi parlano di TOFU, MOFU e BOFU, che tendenzialmente sarebbero Top of Funnel, Middle of Funnel e Bottom of Funnel.
Tralasciando gli acronimi, a noi interessano le fasi di un Customer Journey e a prescindere da come lo vogliamo rappresentare, sì partirà sempre dall’attract, dall’awareness, perché se non c’è quella non può esserci nemmeno il resto.
![See Think Do Care Framework](https://www.webmanwalking.it/wp-content/uploads/2021/02/STDC-1-immagine-full-1081-657.png)
Avevamo davvero bisogno di un altro framework?
Al netto della saturazione del mercato (parlando di Framework), nell’estate 2013 il nostro amico evangelista di Google Avinash Kaushik ha pensato che i framework esistenti (come ad es. aida o paida) non fossero del tutto adatti per delineare la complessità tipica di quello che è il marketing nella sua veste digitale.
Questo ovviamente per la penetrazione massiva di dispositivi mobile, ecommerce, ambienti social e di tutti i nuovi touchpoint che fino a qualche tempo fa non erano nemmeno immaginabili.
Il framework è uno strumento che ci può servire per definire le specifiche attività di comunicazione in ogni fase del Journey degli utenti e può essere applicato ad attività, media e strumenti di comunicazione.
Cambia l’approccio rispetto ad altri framework, non tanto perché ci invita alla relazione e a parlare in modo diverso in tempi diversi ai nostri segmenti, ma soprattutto perché ci fa spostare il focus dalla vendita al post vendita (per dirla rude).
Il framework SEE, THINK, DO, CARE di Avinash è formato da quattro stage, ça va sans dire, che potremmo anche definire come consideration stage, ognuno con ben delineati target e con obiettivi precisi.
Vuoi saperne di più sul Framework di Avinash?
Bè, non posso che mandarti dal papà di questo Framework, Mr. Avinash Kaushik.